Archeosocial, l'archeologia riscrive il web: esperienze, strategie e buone pratiche a cura di Antonia Falcone e Astrid D'EreditÃ
- 29 dicembre
- By Archeosisters
- 0 Comments
Il 2020 è stato un anno davvero difficile per tutti, un periodo nero anche per i beni culturali.
Ma questo momento critico ha permesso una svolta nel settore culturale: mentre tutto era chiuso l'unico modo per raggiungere un vasto pubblico è stato l'utilizzo dei social.
Spesso, però, non vengono considerati dei validi supporti per la cultura. Musei, siti archeologici, biblioteche mantengono un'ottica retrograda per essere vissuti esclusivamente da studiosi e allo stesso tempo cercano di sopravvivere senza un'apposita comunicazione adatta ad ampliare il proprio pubblico.
I dati raccolti dall'Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali nel 2019 mostra come solo il 67% dei Musei possiede una pagina Facebook (spesso aperte con qualche post e poi abbandonate) e addirittura appena il 26% un profilo Instagram.
Purtroppo spesso non vi sono delle figure che si occupano della comunicazione e per questo motivo i risultati non sono sempre eccellenti. Nonostante tutto anche in Italia abbiamo notato alcune pagine social ben curate, con una comunicazione adeguata tramite contenuti originali e allo stesso tempo educativi e con un linguaggio adatto.
Questa premessa ci è sembrata un buon punto di partenza per presentarvi il libro Archeosocial, l'archeologia riscrive il web: esperienze, strategie e buone pratiche a cura di Antonia Falcone e Astrid D'Eredità , edito da Dielle Editore.
Lo abbiamo acquistato qualche anno fa e lo abbiamo letto nuovamente nel corso del lockdown trovando sempre nuovi spunti di riflessione e nuove idee da poter mettere in pratica.
Questo volume è nato grazie all'unione delle esperienze di diverse donne, tutte professioniste del patrimonio culturale, per lo più archeologhe esperte di social media e comunicazione.
In esso vengono affrontati vari argomenti partendo dalle basi con la definizione di ogni social, concentrandosi su Facebook, Twitter e Instagram ma sopratutto dedicando diversi capitoli al mondo dei blog naturalmente di ambito archeologico.
L'archeologo scava, studia, fa ricerca, classifica, interpreta, sorveglia. I social media mostrano, raccontano, provocano, incuriosiscono, informano.
Il blog approfondisce, definisce, va a fondo.
Attraverso l'uso di queste parole sono state create delle definizioni che descrivono il mondo dell'archeologo e dei social media.
L'archeologia ha come scopo la conoscenza e la diffusione della cultura e deve fare i conti con i nuovi metodi di comunicazione. Non può rimanere ancorata al passato ma deve necessariamente stare al passo con i tempi ed essere trasmessa ad un vasto pubblico. Chi si occupa di comunicazione in campo archeologico deve essere un professionista sia in ambito archeologico che comunicativo, poichè deve conoscere il linguaggio tecnico e deve renderlo accessibile a tutti.
Uno degli argomenti trattati riguarda la comunicazione social durante gli scavi archeologici e la diffidenza di alcune istituzioni nella pubblicazione delle scoperte. Un pagina social ben curata può divenire un valido supporto per le campagne di scavo.
Tra le pagine, infatti, sono riportati diversi esempi di scavi condotti bene dal punto di vista della comunicazione social e tra questi abbiamo trovato lo scavo delle Domus di San Pancrazio di Taormina (in riferimento alla campagna del 2017) a cui abbiamo partecipato anche noi nell'anno successivo.
Ogni capitolo è ricco di informazioni: quelle di base sono utili per chi si avvicina per la prima volta al mondo dei social e deve comprendere parole come storytelling, copy, bio, SEO, insight e come gestire il tutto nel migliore dei modi; allo stesso tempo risulta interessante per chi si occupa di questi ambiti per conoscere altre realtà , migliorarsi, scoprire nuovi trucchetti o trovare spunti utili per nuovi idee.
Siamo rimaste sconvolte positivamente quando abbiamo trovato il nostro blog tra quelli archeologici attivi citati nel capitolo relativo ai blog. Per noi è stato un onore, ci ha rese molto felici e, allo stesso tempo, orgogliose di quello che abbiamo realizzato nel nostro piccolo in questi anni. Non ce lo saremmo mai aspettate! Grazie Marina Lo Bundo per questa bella sorpresa!