Nel corso della nostra carriera universitaria abbiamo, spesso, studiato contesti italiani, greci e africani, talvolta europei.
Ma si sa che quando si volge lo sguardo verso casa propria, verso realtà viste e vissute quotidianamente l'attenzione cambia. Si è animati da maggiore interesse e curiosità .
Ci è successo diverse volte, studiando ad esempio il territorio catanese. Ma quando abbiamo pian piano scoperto ciò che riserva la nostra piccola Acireale, il nostro desiderio di scoprirla è diventato sempre più grande.
Ecco perché vogliamo parlarvi del sito di Santa Venera al Pozzo, che dal 2010 è rientrato nel Parco archeologico della Valle dell’Aci, insieme ad altri siti limitrofi.
L'area comprende i resti di un impianto termale di epoca romana, un sistema di ambienti pertinenti ad un unico edificio ("Edificio 1") presumibilmente sempre di età romana, una serie di fornaci per la produzione di laterizi da costruzione e vasellame d'uso comune ed una chiesetta dedicata a Santa Venera.
L'acqua ha caratterizzato a lungo questo sito, lo dimostrano le stesse terme, le sorgenti e i corsi d'acqua ritrovati in loco, i mulini, il pozzo.
LE TERME
Le sorgenti sulfuree del sito hanno rappresentato un ottimo presupposto per la creazione di strutture termali.
Queste sono costituite da due sale coperte con volte a botte, destinate a bagni coperti. In entrambe sono presenti file di fori, utilizzati come sfiatatoi grazie alla presenza di tubuli di terracotta incassati nella muratura.
Il riscaldamento delle sale avveniva tramite o il calore della stessa sorgente o il sistema ad ipocausto (pilastrini di mattoni anulari disposti a sostegno di un pavimento rialzato per far circolare il calore sotto).
Si scorgono anche resti scarsi di un terzo vano, costruito successivamente.
L'impianto, dunque, si dispone su due periodi: i resti più antichi appartengono al I a.C. - II d.C., mentre le fasi più tarde scendono fino al III-IV secolo d.C.
Le terme viste da Jean-Pierre Louis Laurent Houël |
L’INSEDIAMENTO ABITATIVO E LO STABILIMENTO INDUSTRIALE
Più a nord delle terme sono presenti i resti di un edificio di cui sono stati individuati circa trentasette ambienti di dimensioni differenti l'uno dall'altro. Probabilmente parte di un unico edificio a carattere abitativo, esse poggiavano su strutture precedenti (età greca?), poi abbandonate.
Più ad est, invece, sono state rinvenute alcune fornaci, parte di un impianto di produzione di vasellame, anfore e laterizi. Naturalmente anche in questo caso l'acqua ha trovato il suo impiego.
Ben conservate sono tre fornaci circolari di tipo verticale, alcune vasche per contenere l’argilla, condutture e piani per la sua lavorazione.
L’ANTIQUARIUM
Subito all'ingresso del Parco, in loco dell'abitazione privata della famiglia Pennisi, è stato allestito un antiquarium. Le sale sono, dunque, state trasformate per ospitare le teche di diverse dimensioni per contenere i reperti rinvenuti sullo stesso sito.
I tre tipi d’espositori, una vetrina alta, una vetrina piana e un pannello separatore, realizzate in legno dipinto verde pistacchio chiaro, richiamano il colore tipico della tradizione siciliana.
Il percorso museale si svolge in ordine cronologico, dalle più antiche testimonianze preistoriche a quelle greche e romane, fino a reperti bizantini, medioevali e moderni.
Potevamo non restare affascinati da questo luogo, per altro circondato totalmente dal verde?
Ci dispiace soltanto che i visitatori siano davvero pochi in confronto ad altri siti. Basterebbe solo un pizzico di informazione in più, già a partire dagli stessi nostri concittadini.
Speriamo di avervi almeno un po' incuriositi al punto che, se doveste passare da Acireale un giorno, penserete magari di fare un salto a Santa Venera al Pozzo!
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