"La porta dei sacerdoti" - i sarcofagi di Deir El Bahari

Beato chi scava nel passato: è uno che conquista mille occhi per leggere il presente.
(Maria Venturini)

Quando l'Egitto chiama, quale archeologo può sottrarsi al suo fascino? 
Da Marzo del corrente anno è stata inaugurata una mostra presso la Galleria Civica Montevergini di Ortigia (Siracusa) dedicata all'esposizione e al restauro in pubblico dei sarcofagi provenienti da Deir El-Bahari e appartenenti ai membri della XXI dinastia.


La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione tra la città di Siracusa, il Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles (che detiene questa collezione egizia) e l'Istituto Europeo del Restauro con lo scopo di far riscoprire ai visitatori un periodo dell’Antico Egitto spesso trascurato e, dunque, poco conosciuto.
Parliamo del Terzo Periodo Intermedio, dominato dalla XXI Dinastia (1070-900 a.c). Ad essa appartiene la collezione dei reperti ritrovati nel Secondo Nascondiglio di Deir el Bahari, conosciuto col nome moderno di “Bab el Gasus” che significa “La Porta dei Sacerdoti”, termine che dà il titolo alla mostra.

Tale nascondiglio non era altro che una tomba collettiva, scoperta nel 1891, nella quale furono ritrovati circa 450 sarcofagi e tantissima suppellettile funeraria.


La ‘Sala dei Sarcofagi’ è stata realizzata come fosse la ricostruzione del sito di rinvenimento: all'ingresso è esposta una statuetta di Iside o Nefti, entrambe sorelle di Osiride, le quali favorivano la rinascita del dio defunto e dunque sempre poste all'ingresso delle tombe egizie per lo stesso auspicio da parte dei faraoni.


La mostra prosegue con i sarcofagi, distinti in maschili e femminili in base alla presenza di mani aperte (femminili) o chiuse (maschili) e del pizzetto (tipico dell'uomo).
Vengono messe in evidenza anche le modalità in cui venivano incastrati "a matriosca" i sarcofagi che dovevano custodire la mummia del sovrano.



Particolare di un sarcofago: scena della pesatura del cuore
 

Tutti questi sarcofagi sono stati restaurati nell'Ottocento dal restauratore francese Armand Bonn. Nessun documento lo testimonia. Allora come si è dedotta questa informazione?
Durante gli attuali restauri sono stati scoperti, proprio in alcune cavità interne dei sarcofagi, due biglietti da visita del restauratore che ha volutamente lasciato traccia del suo operato ai restauratori del futuro.


Il restauro era stato eseguito con modalità differenti da quelle odierne: in particolare Bonn ha apportato delle modifiche all'apparato iconografico nell'intento di ripristinare gli antichi colori e i particolari deteriorati.

Bonn ha sostituito la testa della dea Nekhbet con una croce latina

È stata esposta  lungo il percorso museale una della mummie della collezione!


A completamento della ricostruzione della tomba si trovano esposti cofanetti in legno, decorati e non, con gli ushabti, ovvero statuette funerarie collocate dagli Egiziani nelle tombe già dal Medio Regno fino all'epoca tolemaica. Il significato del loro nome è “colui che risponde”(dal verbo usheb, “rispondere”): l’ushabti contribuiva alla sopravvivenza eterna del defunto, sostituendolo nei lavori agricoli dell’oltretomba e utilizzando a tale scopo la zappa e l’aratro, strumenti che spesso sono raffigurati su queste statuette.




La fine di questo percorso conduce all'Europa expositive laboratory module, un sistema innovativo e coinvolgente per vivere l'esperienza del restauro. Ãˆ stato nominato vincitore del Visit Brussel Award 2016 nella categoria New Concept.
Questa modalità consente al visitatore di osservare in diretta gli interventi di restauro come momento interattivo tra l’opera e il fruitore, facendo conoscere al pubblico l’intenso lavoro conservativo ed interdisciplinare che si cela alle spalle di un bene esposto e suscitando nel visitatore una attenzione più attiva, suggestiva ed accattivante.
Il pubblico potrà osservare ciò che i restauratori vedono con i loro occhi durante le operazioni di restauro grazie a un sistema di videoproiezione integrato e inoltre sarà anche possibile seguire le fasi salienti dell’intervento in diretta streaming attraverso un sistema di telecamere.

È un'esperienza davvero unica e la consigliamo a chiunque, appassionati e non, per la sua forte esperienza educativa. Anche e soprattutto per i più piccoli.

La didattica museale prevede cartelli esplicativi a misura bambino

La mostra sarà ancora aperta fino ad Ottobre con i seguenti orari:





Noi abbiamo effettuato la visita con la restauratrice, se dovesse capitarvi non perdete questa bella occasione!


La mostra è stato prorogata fino al 15 Aprile 2018!


Artcolo disponibile anche su https://www.osservarcheologia.eu  –

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