La tomba di Kha

La cultura egizia affascina non solo gli studiosi, ma attrae anche chiunque ci si trovi dinanzi.
Oggi vorremmo parlarvi di Kha e sua moglie Merit, conosciuti nel 1906, grazie alla scoperta della loro tomba intatta nei pressi di Deir el-Medina da parte di Ernesto Schiaparelli.


Kha fu in un primo momento una scriba, successivamente divenne un architetto e visse tra il 1400 e il 1350 a.C. sotto tre grandi faraoni della XVIII Dinastia: Amenhotep II, Tutmosi IV, Amenhotep III.

Nella camera sepolcrale è stata rinvenuta una notevole quantità di oggetti appartenuti a Kha e alla moglie. Tutti questi si trovano oggi al Museo Egizio di Torino poichè lo scopritore, E.Schiaparelli, era, al momento del rivenimento, il direttore del museo.

Si accedeva alla tomba tramite un profondo pozzo, una scala e un corridoio (quest'ultimi erano stati murati). Infine un corridoio con una porta in legno conduceva alla camera sepolcrale.

Il CNR di Lecce in collaborazione con il Museo egizio ha realizzato una ricostruzione della tomba e degli oggetti che vi erano al suo interno, collocandoli nella loro posizione originale grazie alle descrizioni e disegni effettuati al momento della scoperta prima del trasporto degli oggetti.






Già presente nel museo, e appartenete alla collezione Drovetti, è la stele in arenaria identificata come appartene a Kha. La decorazione è divisa in due registri: in quello superiore compare Kha che adora da una parte il dio Osiride, dall'altra il dio Anubi, entrambe divinità dell'oltretomba; in quello inferiore Kha è rappresentato seduto insieme alla moglie, mentre ricevono una tavola piena di cibo da parte di uno dei loro figli.


All'interno della camera sepolcrale vi erano anche i sarcofagi con le mummie dei due coniugi, che oggi ancora sono conservati nel Museo Egizio di Torino.
Kha possedeva tre sargofagi: quello più esterno in legno bitumato e a forma di naos; quello mediano, anch'esso ligneo ma con forma antropoide, e il coperchio che rappresenta il defunto mummificato e avvolto nelle bende; il terzo in legno e con coperchio mummiforme ma ricoperto di color oro e rosso.

 




La mummia di Kha è stata sottoposta nel 2004 a un TAC, che ha permesso di ottenere alcuni dati: aveva circa 60 anni, era altro 1,61 cm e all'interno del corpo  sono ancora presenti viscere e cervello, che non erano stati notati in una radiografia precedente.


Merit possedeva invece solo due sarcofagi: quello esterno in legno bitumato e a forma di naos e quello interno sempre in legno e con forma antropoide. Vi è una discrepanza tra la parte superiore con le forme di Merit e interamente dorato e la parte inferiore che presenta un fondo nero e una decorazione dorata con divinità e geni funerari.
Questo sarcofago presenta altri particolari interessanti: era inserito il nome di Kha e non quello di Merit e il sarcofago era troppo grande per la donna minuta: lo spazio vuoto fu riempito con bende di lino. Sicuramente Merit morì prematuramente e il marito cedette il sarcofago che stava facendo realizzare per sè.


Merit indossava una maschera funeraria in cartonnage di lino, dorata e con decorazini in pasta vitrea blu.


La mummia della donna è stata sottoposta nel 1966 ad una radiografia che ha permesso di rilevare i gioielli che ancora oggi indossa: una collana usekh, due paia di orecchini d'oro e una cintura.



All'interno della tomba erano presenti tutti gli oggetti di un'abitazione: i letti dei due coniugi muniti di poggiatesta, sedie, sgabelli e molti cofanetti contenti tuniche in lino, perizomi, sandali e molto altro.
Un cofanetto conteneva la parrucca della donna, realizzata con capelli veri ondulati e della treccine. Su questo tipo di parrucca Merit indossava, secondo l'uso del tempo, un cono composto da grasso e profumi che una volta sciolti e depositatisi sulla parrucca sprigionavano l'essenza profumata.



Un oggetto particolarmente interessante era quello che fu identificato da Schiparelli come una pinzetta, ma che probabilmente veniva utilizzato per arricciare i capelli.

Un altro cofanetto interessante è quello che possiamo considerare il "beauty case" di Merit che conteneva un tubetto cilindrico in vetro per il kohl e alcuni vasetti in vetro e faience che probabilmente contenevano oli profumati e unguenti.





Particolari sono gli oggetti da lavoro di Kha: due cubiti, uno in legno e pieghevole e uno in legno dorato, regalo del faraone Amenhotep II, e una tavolozza da scriba in legno con tre cannucce per scrivere.



Testimonianza dei passatempi dell'epoca è il gioco del Senet, un gioco simile agli scacchi con delle pedine che venivano conservate in un apposito cassetto nella scatola da gioco.



Nella tomba è stata rinvenuta una notevole quantità di cibo: carrubbe, pesce, uva, semi di vario tipo ma soprattutto una grandissima quantità di pane e focacce aventi molte forme diverse.





Questa scoperta è molto importante perchè ci permette di conoscere lo stile di vita, gli oggetti di uso quotidiano, gli oggetti da lavoro di un uomo di quel tempo, non un faraone di cui spesso sentiamo tanto parlare, ma di un uomo "comune", che comunque tanto comune non fu, dato il suo ruolo sociale.

Il ritrovamento di questa tomba intatta rappresenta una grande conquista per il Museo Egizio di Torino. Questa grandiosa collezione è stata oggi sistemata in una grande sala del museo e gli oggetti sono stati collocati in maniera tale da tentare di riprendere la posizione che occupavano all'interno della camera sepolcrale.


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