Il trasporto degli obelischi

Tutti sanno che gli obelischi, monumentali costruzioni di origine egizia, venivano realizzati in un luogo (le cave di pietra) e poi trasportati in quello a loro destinato.
Talvolta questi sono stati spostati dall'area in cui erano stati collocati inizialmente per essere posizionati altrove, affrontando anche lunghe distanze.

L'obelisco di Hatshepsut a Karnak


Ma questi monumenti così alti e pesanti come venivano trasportati?

In Egitto le cave di estrazione del materiale, il granito, si trovavano in prossimità di corsi d'acqua, posizione che agevolava il trasporto su imbarcazioni. Il trasporto fluviale in antichità era spesso preferito a quello terreste perché molto meno dispendioso e molto più agevole.
Venivano creati anche dei canali artificiali, fino al Nilo o dal Nilo, per consentire il trasporto dei materiali litici dalle cave al luogo di destinazione.
Proprio così lo stesso Cheope fece costruire la sua piramide: il canale artificiale collegato al Nilo circondava tutta l'area destinata all'imponente edificio funerario rendendola una sorta di isola!

Obelisco mai completato di Assuan (www.focus.it)


Queste informazioni sono testimoniate da epigrafi e rilievi.

Una scena di trasporto degli obelischi di Hatshepsut è stata rinvenuta sui rilievi di Deir el-Bahari, in cui i due obelischi sono posizionati orizzontalmente sul ponte della nave, e in senso opposto tra loro. Inizialmente si pensava che si trattasse di una nave a doppio scafo, ma non era così.

Deir el-Bahari, restituzione grafica del bassorilievo della nave di Hatshepsut (Felici 2016)


Le grandi navi da carico percorrevano il Nilo ed erano dotate di un'ancora galleggiante rovescia a prua che manteneva la nave a filo di corrente e una pietra calata a poppa che strisciava sul letto del fiume per controllare la velocità.

Come venivano caricati gli obelischi sulle imbarcazioni?

 Plino racconta che Tolomeo II Filadelfo fece creare un canale dal Nilo, che giungeva fino al punto in cui era posto l'obelisco. In questo luogo due grandi navi furono caricate con pesanti blocchi pietra, che pesavano il doppio dell'obelisco, così che si abbassassero a tal punto da consentire che l'obelisco, sospeso tra le due rive del canale, venisse posizionato sopra di esse. Le pietre venivano scaricate, poi, e le navi accoglievano l'obelisco.

Molti furono gli studiosi che travisarono questo testo. Altri credevano che gli obelischi fossero sospesi tra i due scafi delle navi o che le navi avessero un doppio scafo. In realtà il termine amphyprymnos indicava una nave con doppia poppa, cioè con la possibilità di manovra in entrambi i sensi in modo da evitare le inversioni di rotta.

Gli studiosi si sono chiesti se queste grandi imbarcazioni fluviali fossero capaci di attraversare il mare per trasportare gli obelischi anche il luoghi più lontani.
Queste navi, infatti, sarebbero potuto anche arrivare a Roma e risalire il Tevere, evitando così il trasbordo, che poteva essere oneroso ma anche pericoloso.

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